Bollette dagli importi troppo elevati possono non essere legali e si possono contestare. Vediamo quando e come agire per non perdere soldi.
I contribuenti hanno nelle mani uno strumento per non lasciarsi bruciare le mani da una bolletta rovente, la contestazione.
I costi di luce e gas sono alle stelle e tutti i contribuenti ne sono a conoscenza. Gli importi delle bollette sono ogni mese più alti ma ciò non significa che bisogna pagare senza prima verificare le voci in fattura. Può succedere che ci siano, per esempio, le basi per una contestazione a causa di consumi addebitati non compatibili con quelli soliti. Se le abitudini in casa non sono cambiate anzi sono migliorate seguendo le indicazioni per risparmiare dai piccoli gesti non è possibile che la bolletta passi da 200 euro a 900 euro. Eppure questo è ciò che sta accadendo a tante famiglie italiane. Cifre maggiorate irragionevolmente nonostante i rincari di luce e gas. In questo caso occorre non farsi prendere dal panico e ritrovare la lucidità per effettuare autonomamente i controlli del caso in modo tale da individuare il problema. Poi si potrà procedere con la contestazione.
Il primo passo dopo aver aperto una bolletta dall’importo superiore di gran lunga anche alle peggiori aspettative consiste nel verificare il consumo addebitato. Nello specifico occorrerà controllare se il consumo è reale e dunque da contatore oppure stimato, ipotizzato senza logica dal fornitore. Poniamo il caso in cui il consumo sia reale. Bisognerà andare a controllare il contatore qualora la cifra indicata sia nettamente superiore ai consumi abituali (il confronto con una precedente fattura aiuterà a capirlo).
Il contatore potrebbe svelare un’amara verità, in casa c’è un elettrodomestico che consuma troppo. Può trattarsi di un vecchio frigorifero o di una vecchia lavatrice che ha passato da tempo gli anni migliori. Per verificarlo occorrerà fare delle prove spegnendo alcuni apparecchi e verificare quanto gira il contatore con quello rimasto accesso. Nel caso in cui non si rilevino problematiche è possibile ipotizzare un’incongruenza tra consumi reali e quelli registrati tradotti, poi, in cifre esagerate.
Un contatore guasto è un’ipotesi plausibile soprattutto in presenza di un nuovo dispositivo Smart. A questo punto non rimarrà che contestare la bolletta.
In caso di contatore guasto occorrerà chiamare il proprio fornitore per comunicare il problema e aprire una contestazione e contattare E-distribuzione per la segnalazione del guasto. In questo modo si potrà prendere appuntamento con un tecnico per la sostituzione dell’apparecchio. Il contribuente potrà chiedere una rettifica dei consumi, un nuovo conteggio dei consumi reali che può essere effettuato unicamente da un tecnico E-distribuzione.
La procedura sembra semplice ma in realtà richiederà molto tempo. Nel frattempo, dunque, la bolletta potrebbe scadere. Per non diventare inadempienti bisognerà inviare una PEC al fornitore o una raccomandata A/R chiedendo la sospensione temporanea del pagamento, spiegando il motivo della richiesta e completando la missiva con tutti i dati personali e dell’utenza. Inizierà, così, una comunicazione con il fornitore e con E-distribuzione che richiederà pazienza. Serviranno, forse, diversi solleciti ma alla fine si otterrà la sostituzione del contatore e si potranno conoscere i veri consumi.
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