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Pellet, l’amara verità: meglio cambiare idea

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Paolo Marsico

Una questione che tocca da vicino milioni e milioni di cittadini italiani. Oggi più che mai è emergenza consumi. Gli italiani cercano alternative.

In questa fase tanto complicata sono milioni gli italiani che cercano alternative valide per arrivare ad una giusta e conveniente sintesi in merito ai consumi energetici. Ci troviamo di fronte ad una situazione forse mai affrontata seriamente dagli italiani, almeno negli ultimi anni. Si cercano alternative, si cerca una nuova modalità per affrontare l’inverno. In tutto ciò, il parere degli esperti può portare ad intense riflessioni. Spesso ci si ritrova quindi a cercare alternative che possano anche in qualche modo seguire la linea guida generale.

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Quello che oggi gli italiani chiedono, cercano, è un sistema che possa in qualche modo permettere loro di risparmiare in merito ai consumi energetici. L’inverno è alle porte ed abbiamo visto quanto siano dispendiosi in genere, oggi, tutti i tipi di sistemi di riscaldamento solitamente utilizzati. Ad oggi tutti gli elementi che generalmente alimentano tali sistemi sono per l’appunto inavvicinabili e di conseguenza gli stessi cittadini cercano costantemente alternative che possano essere valide e chiaramente funzionali.

Il pellet ad esempio, giusto per citarne uno. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un vero e proprio boom. Un sistema che assicurava una modalità specifica di riscaldamento per la casa ad un prezzo molto più basso di quello imposto, per cosi dire dal gas. In molti sono corsi ad installare nuovi impianti ed utilizzare quel prezioso materiale. Oggi però le cose sono molto diverse. Il prezzo del pellet cosi come di praticamente qualsiasi altro articolo è praticamente raddoppiato ed il tutto non è più conveniente come prima

Se fino a qualche mese fa, ad esempio, era possibile acquistare un sacco di pellet da 15 kg per circa 6 euro oggi ne occorrono mediamente il doppio. La convenienza forse esiste ancora, ma rispetto all’impatto che questo materiale può avere sui bilanci familiari parliamo di altre cifre, un discorso insomma completamente diverso. inoltre per quel che riguarda proprio questo particolare materiale negli ultimi mesi è stata riscontrata una particolare dinamica che di certo non può fare piacere ai cittadini.

Parliamo sostanzialmente dell’aumento delle truffe nel settore specifico. Prezzi assolutamente fuori mercato proposti, ad esempio, da siti web particolari, o magari riscontrabili presso annunci di privati sulle più note piattaforme di shopping on line. Il rischio concreto è quello, nei fatti, di pagare per un prodotto che arriverà mai presso il domicilio dell’acquirente. Una dinamica negli ultimi tempi molto diffusa, purtroppo per gli stessi utenti. Di conseguenza l’allerta cresce

Ad ogni modo i pareri degli esperti in merito ai più comuni sistemi di riscaldamento non sono sempre del tutto positivi. La Società italiana di medicina ambientale (Sima), di recente, ha diffuso una serie dati in merito alle emissioni inquinanti degli impianti di riscaldamento alternativi al gas. I punti di vista da parte dei tali professionisti non è proprio in linea con la ricerca di risparmio dei cittadini italiani. Le proprie posizioni in merito lo dimostrano in modo abbastanza netto.

Consumi energetici, pellet, stufe e camini: il parere dei medici che sorprende gli italiani

Con i prezzi del gas naturale in forte crescita si assiste in Italia ad un maggior utilizzo di stufe e camini all’interno delle abitazioni private – spiega il presidente di Sima Alessandro Miani – Impianti che però hanno ripercussioni dirette sull’inquinamento dell’aria che respiriamo: basti pensare che in Italia i camini aperti tradizionali rilasciano ogni anno 3.679 tonnellate di Pm10 in atmosfera, 2.401 tonnellate quelli chiusi. Le stufe a legna, invece, immettono 2.651 tonnellate di Pm10. Per ogni Giga Joule bruciato, un caminetto aperto rilascia nell’atmosfera 860 grammi di Pm10; poco meno della metà una stufa a legna (480 grammi), mentre il caminetto chiuso ne emette 380 grammi. Una stufa a pellet rilascia in media 76 grammi di Pm10 per ogni Giga Joule bruciato, numeri nettamente superiori al gasolio (5 grammi) e al metano (0,2 grammi), sostanze che però liberano anche carbonio”.
Il discorso, insomma, in merito all’impatto di tali sistemi è più che mai complesso e dalla riflessione altrettanto netta. La posizione insomma è più che mai chiara: “Il maggior ricorso a stufe e camini –  provocherà il prossimo inverno un proporzionale incremento delle polveri sottili immesse in atmosfera, con ripercussioni sia sull’inquinamento dell’aria indoor, anche attraverso l’emissione di Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), sostanze cancerogene che si liberano dalla combustione della legna nei camini aperti delle nostre case, sia su quella outdoor e, quindi, sulla salute pubblica – sottolinea – con effetti indiretti negativi sulla spesa sanitaria nazionale”. La situazione insomma, è più che mai delicata.

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