La morte di Bruce Lee ha destato scalpore soprattutto per le presunte cause del decesso. Dopo 49 anni i ricercatori hanno azzardato un’ultima ipotesi.
Uno studio scientifico potrebbe aver svelato la verità sulla morte di Bruce Lee a distanza di 49 anni.
Bruce Lee è stato il più grande attore di arti marziali della storia del cinema hollywoodiano. Il furore della Cina colpisce ancora, Dalla Cina con furore, L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente sono i suoi grandi capolavori che ancora oggi entusiasmano milioni di spettatori nel mondo. Il suo ultimo film, uscito dopo la sua morte, si intitola L’ultimo combattimento di Che quasi a presagire l’infausto destino dell’attore, artista marziale, registra, sceneggiatore e produttore cinematografico.
È deceduto poco prima del compimento dei 33 anni, il 20 luglio 1973, apparentemente per un’ipersensibilità al miorilassante contenuto nell’Equagesic ossia il mepobramato, comune negli antidolorifici. Il verdetto finale sulla sua morte, però, mise in dubbio la morte accidentale e da allora si continua ad indagare sulle cause del decesso. La verità potrebbe essere stata, finalmente, svelata da un gruppo di ricercatori che ha condotto un ultimo studio scientifico.
Bruce Lee, la causa della morte
L’edema cerebrale causato dall’allergia all’eccipiente del farmaco non ha convinto un team di ricercatori che ha voluto approfondire la morte dell’attore ipotizzando un’altra causa della formazione dell’edema. La conclusione è che la raccolta di liquido nel tessuto del cervello complice della compressione del flusso sanguigno e dell’apporto di ossigeno all’organo vitale che provoca la morte sia legata all’iponatremia.
Si tratta di una particolare condizione in cui la concentrazione di sodio nel sangue è troppo bassa. Di conseguenza, l’organismo non riesce a regolare la quantità di acqua che circola nel corpo umano – compito che spetta proprio al sodio. Causa della morte di Bruce Lee, dunque, sarebbe l’incapacità dei reni di espellere l’acqua in eccesso.
Perché proprio l’iponatremia?
Gli studiosi hanno approfondito lo stile di vita dell’attore riscontrando prove a sostegno della tesi dell’iponatremia. Ad iniziare dalla dieta ricca di bevande proteiche e succhi e dall’uso di marijuana che provoca un aumento della sete. Ciò significa che Bruce Lee “aveva molteplici fattori di rischio – affermano i ricercatori – che predisponevano all’iponatremia derivanti dall’interferenza con i meccanismi omeostasi dell’acqua“. Quest’ultimi sono fondamentali per la funzione regolatrice di assunzione e escrezione dell’acqua.
Da qui la conclusione che il decesso del noto attore sia dovuto ad una disfunzione renale e non all’allergia al mepobramato.