Ora che tutto è cristallino, si può dire che lo sforzo del senatore Josh Hawley (R-Mo.) di spingere per un voto negli Stati Uniti è una sottotrama del tentativo del Senato di vietare la nota app di social media TikTok.
Il suo intento è frenato oggi dal collega repubblicano Rand Paul del Kentucky, che si è opposto alla mossa di Hawley sostenendo che un divieto sarebbe contrario ai principi americani e alla Costituzione. Ciononostante, sono ancora in corso sforzi all’interno del sistema legislativo statunitense per mettere fuori legge il programma, che è controllato dalla ByteDance Ltd. di Pechino.
Queste manovre mettono in luce una tendenza preoccupante e crescente tra i leader politici statunitensi che vogliono soffocare e regolamentare il progresso tecnologico e aumentare la portata dello Stato di sorveglianza sugli americani e sui nostri alleati. Il termine “Operazione Choke Point 2.0”, coniato da Nic Carter, partner di Castle Island Ventures, per descrivere un presunto sforzo coordinato da parte dell’amministrazione Biden, della Federal Reserve, della magistratura statunitense, dei politici eletti e dei regolatori finanziari non eletti per estromettere le criptovalute come le conosciamo, è probabilmente già familiare.
Il senatore Mark Warner (D-VA), presidente della Commissione Intelligence del Senato, ha presentato la legge Restricting the Emergence of Security Threats that Risk Information and Communications Technology (RESTRICT), che ha ottenuto il sostegno dell’amministrazione e il plauso bipartisan del Senato. Se dovesse passare, la misura darebbe agli Stati Uniti più potere. Cosa che sembra plausibile visto il fervore anti-TikTok. Il Dipartimento del Commercio ha l’autorità di porre limitazioni a praticamente qualsiasi tecnologia “straniera” che presenti rischi per la sicurezza nazionale.
Il disegno di legge che potrà fungere da spartiacque
Se il disegno di legge RESTRICT sembra surrealmente ampio, è perché lo è; il disegno di legge menziona specificamente “applicazioni desktop”, “mobili” e “basate sul web”. In sostanza, il disegno di legge RESTRICT concede ampia libertà al ramo esecutivo degli Stati Uniti di controllare e limitare le “tecnologie dell’informazione e della comunicazione” sviluppate da “nazioni avversarie”. In questo caso, se utilizza “software, hardware o qualsiasi altro prodotto o servizio vitale per le telecomunicazioni” creato in Cina o in qualsiasi altro Paese ostile.
La blockchain non è ufficialmente menzionata nel RESTRICT. Ma sarebbe coperta allo stesso modo in cui lo sono i telefoni fissi, i satelliti e l’edge computing.
Anche se la legge potrebbe essere modificata, ora rappresenta una seria minaccia sia per il progresso tecnico che per i diritti umani individuali. Le VPN utilizzate per accedere al web in modo privato, possono subire un grave impatto. Potrebbe interrompere la crescita globale della tecnologia, comprese le criptovalute. E portare di fatto a un futuro in cui i confini nazionali determinano chi usa quali app. È per questo motivo, almeno in parte, che il tecnico Balaji Srinivasan ha definito la legge RESTRICT come l’equivalente statunitense del Great Firewall cinese.
In altre notizie, l’amministrazione Biden ha avviato uno studio su TikTok. Probabilmente cercherà di fare pressione su ByteDance per eliminare l’app. Il 24 febbraio è presentato dal rappresentante Michael McCaul (R-Texas) il Deterring America’s Technological Adversaries (DATA) Act. Cosa che darebbe al presidente il potere di bloccare le transazioni che comportano l’importazione o l’esportazione di “dati sensibili” degli americani. Sempre in nome della sicurezza nazionale. Allo stesso tempo, i politici stanno valutando la possibilità di rinnovare la sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act. Questo consente alle autorità americane di obbligare le società americane di Internet (come Google, Meta Platforms e Apple) a intercettare gli stranieri.
Anche se non uso TikTok come altri 150 milioni di americani, non credo che il programma debba essere messo fuori legge. L’eccezione è rappresentata dal fiammeggiante avvocato che avverte gli spettatori di non parlare con la polizia. Soprattutto alla luce delle accuse infondate che il senatore Hawley e l’ex presidente Donald Trump hanno tentato di diffondere. Ovvero che si tratta di uno strumento di spionaggio ingiustificato da parte del Partito Comunista Cinese. Senza dubbio, TikTok gestisce volutamente o involontariamente i dati degli utenti in modo improprio, oltre a far marcire i cervelli.